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Detenuto in attesa di giudizio (1972)

Nome: Detenuto in attesa di giudizio
Anno: 1972
Regista: Nanny Loy
Principali attori: Alberto Sordi, Giuseppe Anatrelli, Lino banfi

Trama:
Il geometra romano Giuseppe Di Noi, da anni trasferitosi in Svezia, sposato con una donna svedese e stimato professionista, decide di portare in vacanza in Italia la sua famiglia. Alla frontiera italiana l’uomo viene fermato e arrestato senza che gli venga fornita alcuna spiegazione. Dopo tre giorni di carcere a Milano, apprende – grazie all’interessamento di un agente di custodia – di essere accusato di “omicidio colposo preterintenzionale” di un cittadino tedesco.

Convinto che si tratti di un equivoco, il malcapitato viene tradotto di carcere in carcere, fino alla località immaginaria di Sagunto ed internato in una cella di isolamento, in quanto, essendo considerato “latitante”, gli viene impedito di usufruire degli arresti domiciliari.
Di Noi subisce un autentico calvario giudiziario, costellato di trattamenti umilianti e spersonalizzanti. L’incubo si protrae molto oltre il previsto. Il magistrato inquirente lo rimprovera di non poterlo ascoltare in quanto privo di un avvocato.

L’uomo si trova, suo malgrado, coinvolto in una sommossa e trasferito dapprima in un carcere per reclusi ergastolani, dove scampa a stento ad una violenza, e poi in una struttura psichiatrica. Occorrono l’ostinazione di sua moglie, l’appassionato interessamento del suo avvocato (nominato solo perché consigliatogli da un altro detenuto) nonché la benevolenza del magistrato inquirente altrimenti in ferie, per arrivare ad una spiegazione logica.
Ricevuto presso il nosocomio, Di Noi apprende dai legali che un viadotto della superstrada Battipaglia-Matera, costruita anni prima da una ditta italiana dove egli lavorava come geometra – era crollato per cause poi ritenute naturali, cagionando la morte di un automobilista tedesco in transito.

Di Noi, trasferitosi nel frattempo in Svezia e senza alcuna comunicazione internazionale, non rispondendo al mandato di comparizione, era tecnicamente ritenuto latitante e da ciò l’arresto. Chiarita oramai la sua posizione, il povero geometra riacquista la libertà, ma è un uomo ormai fortemente segnato, fisicamente e psicologicamente.