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Nome: Il Postino 
Anno: 1995
Regista: Michale Radford
e Massimo Troisi 
Principali attori: Massimo Troisi, Philippe Noiret, Maria Grazia Cucinotta

Trama:
Siamo in una piccola isola del Sud negli anni ’50, dove arriva, in esilio il poeta cileno Pablo Neruda (Philippe Noiret). L’enorme quantità di posta che riceve, costringe il direttore dell’ufficio postale dell’isola ad assumere un nuovo postino. Si presenta per il posto Mario Ruoppolo (Massimo Troisi), giovane isolano, uno dei pochi alfabetizzati, che non vuole fare il pescatore. Il giovane postino ogni giorno si reca a casa del poeta con il quale si ferma sempre più tempo a parlare.

Tra i due nasce un’amicizia: Mario è affascinato dalle poesie del nuovo amico, poesie con le quali – pensa il giovane postino – potrebbe conquistare il cuore di Beatrice (Maria Grazia Cucinotta), la donna di cui era perdutamente innamorato. Il desiderio di Mario presto si realizza: riesce, infatti, con l’aiuto della poesia, a conquistare e a sposare la ragazza amata. Durante il banchetto delle nozze, il poeta riceve la notizia che può rientrare in Cile; saluta, così, Mario promettendogli che gli scriverà. In quei coincisi istanti Beatrice scopre di aspettare un bambino. Mario opterà subito per Pablo, quale nome del futuro figlio, chiaramente in onore di Neruda, nonostante la resistenza di Beatrice.

Solo dopo molto tempo arriva una lettera dal Cile: è del segretario di Neruda che chiede a Mario di spedire alcune cose lasciate dal poeta nella casa dell’esilio. Mario riscopre così il magnetofono del poeta e ricordandosi del nastro inviato precedentemente in Cile con su registrato le bellezze dell’isola, decide di continuare la sua opera e si prodiga insieme al suo ex datore di lavoro, il direttore dell’ufficio postale, a registrare i suoni dell’isola per il vate lontano. Registrano tutti i suoni naturali: le onde piccole e grosse, il vento tra i cespugli. Anche le assordanti campane della chiesa troveranno posto sul prezioso nastro assieme al battito del cuore del figlio in arrivo e alle reti tristi del padre.

Poi scrive una poesia che intitola “Canto a Pablo Neruda”. Mario morirà, però, senza poter completare la sua iniziativa. Il nastro verrà consegnato a Neruda, al suo ritorno nell’isola dopo cinque anni, da Beatrice. Beatrice, oramai vedova, racconta ai due ospiti lo svolgimento delle cose. Mario fu invitato ad un congresso comunista per leggere una poesia che aveva scritto in onore del ben più famoso amico poeta.

Nel mezzo della manifestazione avvengono violenti scontri tra la polizia e la sezione “calda” del partito. Mario fu preso nel mezzo e ucciso, mentre la sua poesia lentamente planava a terra. Neruda, affranto dalla notizia cammina solo, sulla spiaggia….Mario è morto.